giovedì 30 agosto 2007

Gli hanno bruciato due escavatori, ma Andrea Vecchio dice: "Io non pago il racket"

CATANIA - In due giorni gli hanno distrutto due escavatori che costavano 280 mila euro uno a Catania l'altro a Santa Venerina (Ct). Ha una ditta di costruzioni che dà lavoro a circa 250 persone l'anno e nella sua carriera di imprenditore ha subito 10 intimidazioni e innumerevoli richieste di pizzo. Andrea Vecchio, 67 anni, presidente dell' associazione nazionale costruttori della provincia catanese, con voce serafica dice: "Spero si fermino, non c'è motivo che vadano avanti. Io il racket delle estorsioni non lo pago". "Sono convinto che fare gli eroi non paghi - aggiunge - Ma non possiamo subire ricatti ed estorsioni. Dovremmo stare tutti insieme perchè l'unione fa la forza". Nel giorno del sedicesimo anniversario dell' uccisione dell' imprenditore palermitano Libero Grassi, che si ribellò pubblicamente al racket mafioso, Andrea Vecchio diventa un simbolo della lotta, raccoglie la solidarietà di Confidustria e dei politici ma dice: "Oggi il mio telefonino non ha smesso di squillare. Tanto affetto. Ma penso sia dovuto all' impatto mediatico. Ritengo che queste esternazioni siano come una rosa recisa che poi appassisce a maggior ragione ora che c'è molto caldo...". "Lo Stato c'è - aggiunge - La legge antiracket di cui ho usufruito funziona. Le forze dell'ordine e la magistratura lavorano molto bene. Alcuni estorsori che mi avevano minacciato sono stati arrestati. Ma anche gli avvocati penalisti sono bravi. Per superare la criminalità organizzata ci vuole un' economia migliore e sana: dove c'è ricchezza la mafia non attecchisce. E poi ci vuole il rispetto delle regole da parte di tutti. Vedere una persona su un ciclomotore col casco in testa per di più allacciato è un evento raro. Bisogna ragionare su questo". "Lasciare il mio lavoro? - conclude - Non ho alternative. Ho una professionalità, non si può buttare tutto al vento. Dovrei chiudere e andare a lavorare al Nord o all' estero. Ma non posso smentire trent'anni di lavoro. E comunque io il racket delle estorsioni non lo pago".Solidarietà a Vecchio è stata espressa in una nota anche dal segretario provinciale della Uil Angelo Mattone e dal segretario Feneal Francesco De Martino. Il sindacato ribadisce la proposta di installare delle telecamere nei cantieri. "Grazie alla videosorveglianza - affermano i due sindacalisti - si potrebbe dare una spallata significativa al lavoro nero e alle incursioni del racket che sono fenomeni particolarmente diffusi nel settore edile". "Trattandosi di installazioni a fini di salvaguardia dei lavoratori e di sicurezza interna - concludono - è evidente come la proposta rispetti pienamente le normative sulle tutele sindacali e sulla privacy".Il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, ha convocato per il primo settembre una riunione straordinaria del direttivo regionale dopo il secondo attentato incendiario, nel giro di poche ore, ai danni del presidente dell'Ance Catania, Andrea Vecchio, e del secondo messaggio intimidatorio ricevuto dal presidente della Piccola industria di Confindustria Caltanissetta e della Camera di commercio nissena, Marco Venturi. Il direttivo si terrà nella sede degli industriali di Caltanissetta, in via Poggio Sant'Elia, con la partecipazione del vicepresidente nazionale di Confindustria, Ettore Artioli.
La Sicilia, 29/08/2007

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