giovedì 9 agosto 2007

Piantagione di canapa indiana sequestrata a San Cipirello, nel Palermitano

SAN CIPIRELLO (PALERMO) - I carabinieri hanno scoperto una vastissima piantagione di canapa indiana nelle campagne di San Cipirrello, comune della Valle dello Jato, a 25 km da Palermo. Oltre un milione e 400 mila piante venivano coltivate in un appezzamento di terreno di 4500 metri quadrati. La piantagione, ritenuta dai carabinieri la più grande mai scoperta in Italia, è stata distrutta dai militari del comando provinciale di Palermo e del reparto territoriale di Monreale, aiutati dai giovani della cooperativa antimafia Placido Rizzotto. Secondo i carabinieri dalla piantagione si sarebbe potuta ricavare marijuana per un valore di oltre 15 milioni di euro.Il fondo, che si trova in una zona anche climaticamente molto favorevole per la coltivazione di questo genere di piante, è di proprietà di un contadino di 54 anni e della madre ottantenne. Entrambi sono stati denunciati per coltivazione di sostanze stupefacenti. L'appezzamento, peraltro, era già sottoposto a pignoramento nell'ambito di una causa civile intentata al proprietario. La piantagione aveva un sistema di irrigazione costituito da una pompa a motore che attingeva l'acqua da un laghetto artificiale realizzato all'interno del fondo. Alla scoperta, resa possibile anche dall'intervento del nucleo elicotteri dell'Arma, i carabinieri sono arrivati attraverso un'indagine sulla cosca di San Giuseppe Jato. "È certo - spiega il colonnello Michele Sirimarco, comandante del reparto territoriale di Monreale - che alla mafia non possa sfuggire il controllo su un'attività tanto redditizia". I carabinieri indagano ora per scoprire chi abbia collaborato con il contadino nella gestione del fondo.Ci hanno impiegato tre ore i ragazzi della cooperativa "Placido Rizzotto", che gestisce diversi beni confiscati alla mafia nel palermitano, per interrare le piante di canapa indiana scoperte dai carabinieri a San Cipirello, oltre un milione di arbusti per il più grande sequestro mai avvenuto in Italia. "Una cosa impressionante - commenta il presidente della cooperativa, Gianluca Faraone -. C'erano migliaia di piante, altissime".Il terreno si trova in contrada Porciana, in una zona facilmente accessibile, vicino ci sono alcune case rurali e dei vigneti abbandonati. "Due giorni fa i carabinieri ci hanno chiesto aiuto per un lavoro - racconta Faraone -. Non sapevamo all'inizio cosa dovevamo fare. Scortati dai militari, in tre ci siamo recati con un aratro nell'appezzamento, di fronte ci siamo trovati migliaia di piante". La piantagione veniva coltivata attraverso un complesso sistema di irrigazione a pioggia, il cui impianto è stato sequestrato, smontato e affidato alla coop antimafia."Per noi - dice Faraone - è un motivo d'orgoglio avere collaborato con le forze dell'ordine che per la cooperativa fanno un grande lavoro per la tutela delle coltivazioni negli oltre 200 ettari di terra confiscati alla mafia che ci sono stati affidati e per la nostra sicurezza. Ma non è la prima volta che collaboriamo con i carabinieri, per due volte abbiamo messo a disposizione il nostro centro ippico per la custodia di cavalli rubati e sequestrati dai militari prima della consegna ai proprietari".
La Sicilia, 09/08/2007
LE FOTO. Dall'alto: Un momento della distruzione del campo di marijuana da parte dei giovani della coop "Placido Rizzotto"; l'ingresso di S. Cipirello.

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