giovedì 4 ottobre 2007

Mafia, il boss mafioso Leoluca Bagarella dice la sua sul "giallo" della fede nuziale in carcere

PALERMO - "Voglio smentire una notizia data dall'Ansa di Palermo e ripresa dalle emittenti siciliane e italiane che dice che mi sono scambiato la fede di nozze con un tale Santapaola che non conosco". Lo ha detto il boss Leoluca Bagarella collegato in videoconferenza dal carcere di Parma per l'omicidio di Enzo Giuseppe Caravà, che si svolge davanti ai giudici della prima Corte d'assise presieduta da Salvatore Di Vitale.Bagarella è imputato con Giuseppe Agrigento e Giovanni Brusca dell'omicidio. Anche questi ultimi due imputati erano collegati con l'aula in videoconferenza. Il presidente Di Vitale quando ha fatto riferimento all'Ansa ha subito interrotto Bagarella ed il boss ha replicato: "Vorrei che lei non prendesse iniziative". Di Vitale lo ha zittito dicendo: "Io sono qui per questo". Il Pm Del Bene ha ribadito: "Qui non siamo in Cosa nostra". Enzo Giuseppe Caravà è stato assassinato a S. Cipirello il 12 aprile 1976. Nei mesi scorsi, dopo che Bagarella era stato trasferito in un altro carcere di massima sicurezza, per scambiare la cella con il boss catanese Nitto Santapaola, gli agenti della polizia penitenziaria avevano scoperto che in entrambe le celle i capimafia avevano lasciato le proprie fedi nuziali. Tornando alle dichiarazioni di Bagarella si registra la dura presa di posizione del segretario dell'Assostampa, Enrico Bellavia: "Il riferimento fatto in aula dal boss Leoluca Bagarella è un minaccioso messaggio da respingere con fermezza, perché diretto a colpire un collega, Lirio Abbate, già bersaglio di ripetute intimidazioni. Sembra essere il suggello del padrino ad una strategia volta ad isolare e ad additare come nemico "il giornalista". Non si illuda Bagarella - aggiunge Bellavia - nè i suoi scagnozzi, nè i suoi riferimenti ai piani alti del sistema, che questo avverrà mai. C'è da chiedersi, poi, di quale circuito informativo disponga un detenuto al 41 bis per ricostruire la genesi di una notizia, a partire dal giornalista che l'ha lanciata e dall'agenzia che l'ha battuta. Occorre che chi ha il compito di indagare vada a fondo su come Bagarella sia venuto in possesso di queste informazioni".
La Sicilia, 04/10/2007

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