lunedì 10 dicembre 2007

Palermo, Il recupero di un giornalismo etico

di Stefano Fantino

Palermo, memoria e impegno per una nuova informazione

Un signore dai capelli bianchi, raggiunge il palchetto per parlare all'uditorio dopo essere rimasto in fondo alla sala: «Di una sentenza parlano in pochi, si dimentica facilmente. Se la utilizzi come fonte, se la diffondi, diventa una verità comune maggiormente condivisa».
Quel signore si chiama Salvo. Una ruvida verità la sua, un metodo di lavoro interessante per fare giornalismo antimafia e allo stesso tempo una delle cause dei bavagli imposti all'informazione in Sicilia, ma non solo. Quel signore la conosce bene questa realtà, quel signore si chiama Salvo Vitale. Animatore di Radio Aut insieme a Peppino Impastato, Vitale da molti anni impegnato nell'antimafia ha voluto portare il suo contributo ai lavori di Libera Informazione. L'Osservatorio diretto da Roberto Morrione timbra il suo primo cartellino in Sicilia, agli inizi di un mese, dicembre che lo vedrà toccare anche le città di Catania e Trapani per poi ritornare nell'isola agli inizi del 2008.
Se come sottolinea Salvo Vitale è spesso necessario fare un passo più in là per permettere a notizie appurate dalla legge di circolare e raggiungere la gente è altrettanto vero che spesso alcune notizie vengo bloccate subito, tramite una autocensura preventiva che gli stessi giornalisti attuano su se stessi. Vitale fa un esempio. Una associazione antiracket che ha preso vita a Partinico, che coinvolgeva molte persone, compresi alcuni politici in “odor di mafia” ma che inspiegabilmente non annoverava commercianti. Ma la gente non può saperlo, perché sui giornali non c'è scritto, non si parla di questa assurda, incredibile anomalia.
Fare il punto sull'informazione siciliana, per tentare di migliorarla, tramite le nuove tecnologie, la rete, la comunicazione tra gli operatori della società civile, questo il fine dell'incontro organizzato presso la Lega delle Cooperative a Palermo.
Ma quale Palermo? Quella dei ragazzi che in televisione parlano bene di Riina e lo dipingono come un novello Robin Hood in salsa corleonese dopo la visione di una fiction sulla sua vita o la Palermo di Addio Pizzo e Libero Futuro? La Palermo dell'entroterra, dell'attivismo delle cooperative sui beni confiscati ai mafiosi, oppure quel set molto scenografico organizzato dalla Questura per rilanciare, (parole di Roberto Ruvolo, della RAI), l'ennesimo quadretto etnografico di Cosa Nostra dopo la cattura dei Lo Piccolo?
Concordano nei loro interventi di esordio Roberto Morrione e Umberto Di Maggio, referente di Libera Palermo. La necessità di spostare l'informazione al di fuori dei confini della cronaca nera devono sposarsi, come sottolinea Morrione, all'approfondimento giornalistico e all'attualizzazione anche in contesti non giornalistici, magari offrendo ricostruzioni e inchieste anche a seguito di spettacoli o fiction, per non lasciare il pubblico solo, senza un corretto supporto. E per sfuggire come dice Di Maggio a quel compitino e a quei compromessi che molto spesso accettano i giornalisti, evitando questione scomode e rinunciando, financo ad evidenziare il positivo, siano essi i beni confiscati, siano le lezioni sulla legalità.
Dino Paternostro sicuramente non si è mai limitato al compitino. Giornalista, sindacalista alla Camera del Lavoro di Corleone, un'auto bruciata e ancora molta voglia di vederci chiaro. Per sorpassare la solitudine di chi, in un paesino tristemente noto per la sua storia mafiosa, ha fiato per denunciare le cose che accadono talvolta pure alla luce del sole. Nonostante apparati anche statali spesso scoraggino queste iniziative, facendo sprofondare ancora di più il giornalista che rischia solo per aver tentato di raccontare quello che vede aprendo la finestra di casa. Un giornalista locale, dunque, che dovrebbe essere uno dei nodi di una rete capace di informare al meglio. Ma spesso il rischio è quello di espropriare del suo compito il giornalista indigeno. Lo dice Salvatore Cusimano della RAI, che auspica un ritorno concreto alla figura del corrispondente locale su temi molto spesso affidati a redazioni centrali incapaci di inquadrare al meglio la notizia. La necessità dei Tgr è quella di promuovere gli avvenimenti locali, essendo loro stesso, i tele giornali regionali, la chiave di volta perché le testate nazionali trattino determinati argomenti. Giuseppe Crapanzano, cronista Rai, sottolinea il ruolo di mediazione che il giornalista dovrebbe avere nel trattare due notizie riguardanti il tema mafioso. In Sicilia, sottolinea il giornalista, vige la regola della divisione, per cui per un Cuffaro che apre una associazione antiracket e un Cuffaro indagato si hanno due servizi televisivi. Mediare, correlare, mettere in luce dei collegamenti, tutto questo passa anche da un semplice accorgimento tecnico: confezionare un servizio in cui si sottolineano questi due aspetti di cronaca riguardanti il governatore della Sicilia, per permettere una conoscenza più integrata degli avvenimenti.
Importanti sollecitazioni al dibattito anche dalla CGIL, dal centro studi Pio La Torre e da Legambiente, il cui supporto per inchieste e operazioni di recupero di memoria storica è abbondantemente filtrato negli interventi di Riolo e Salvatore Granata. In particolare il rappresentante del sindacato sottolinea l’impegno congiunto con Confindustria per un’azione antiracket e il debito di memoria nei confronti dei sindacalisti uccisi. Un monito per i giovani: ricordare ogni sindacalista con una targa nel comune di residenza, per creare senso della memoria nelle nuove generazioni. Nuove generazioni le cui le adesioni e la voglia di visibilità sono state ascoltate: molti giovani che sparsi in città e provincia (Partinico, Bagheria) combattono tramite l'informazione e l'azione sul campo. Raccogliere l'iniziativa di Addio Pizzo di un bollettino informativo, dare spazio ai lavori di LiberaMente e alla tenacia dei ragazzi di 90011.it, un sito autogestito da alcuni ragazzi che a Bagheria si sentono molto soli e costantemente fronteggiano problemi economici in una realtà difficile, dove le informazioni non passano e vengono stravolte. Raccogliere queste sfide dunque, per rilanciarle. Insieme.
Palermo, 07.12.2007

NELLA FOTO: Salvo Vitale

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