lunedì 24 dicembre 2007

E Provenzano scrisse al boss Messina denaro: «Vorrei un supermarket a Corleone»

di ALESSANDRA ZINITI
PALERMO – Anche Bernardo Provenzano voleva un supermercato. E lo voleva aprire proprio a Corleone, dove è nato e dove è stato arrestato nell’aprile dell’anno corso dopo oltre 40 anni di latitanza. Nella Sicilia occidentale i Despar erano gestiti da Giuseppe Grigoli, arrestato ieri dalle squadre mobili di Palermo e Trapani, e la voglia imprenditoriale del superboss è stata scoperta leggendo i “pizzini” che gli furono sequestrati nel casolare di Corleone dove il boss fu arrestato. Sono più missive che gli erano state inviate da Matteo Messina Denaro (il boss più importante di Cosa Nostra, dopo l’arresto di Provenzano e Lo Piccolo) che con Grigoli gestiva le forniture alimentari dei Despar di Palermo, Agrigento e Trapani. L’ultimo “pizzino” che Matteo Messina Denaro aveva inviato al grande capo di Cosa Nostra è del 25 maggio 2004. «Lei mi dice – scriveva – che occorre per aprire un punto vendita al suo paese; occorre solo la buona volontà di tutti noi, lei mi insegna che quando c’è la buona volontà si possono risolvere tante cose nella vita, le spiego: al suo paese c’è già un punto vendita di questo ed il proprietario è un suo paesano. Le dico cosa possiamo fare per risolvere la questione: lei deve trovare un persona pulita, cioè che non ha mai avuto a che fare con la legge, appena lei ha questa persona io dirò al mio paesano di comprarsi il punto vendita del suo paese e butta il proprietario attuale fuori, però pagandogli il punto vendita per quello che vale, cioè abusi non ne facciamo su nessuno, dopo che il proprietario diventa il mio paesano passa la gestione alla persona che ha trovato lei».
Provenzano risponde sottolineando che ha delle difficoltà a trovare una “persona pulita” e Matteo Messina Denaro lo rassicura dandogli un consiglio: «Anche se lei non ne ha bisogno (di consigli – ndr) al gestore deve fargli fare soltanto il prestanome e lei gli passa un buon stipendio e poi i ricavi della gestione se li prendono i suoi familiari, l’importante è che i rapporti tra il gestore ed i suoi familiari restino sempre all’oscuro altrimenti salta tutto…». Per facilitare le cose a Provenzano («Lei ed io non ci possiamo muovere bene» perché latitanti), Matteo Messina Denaro dice che provvederà anche a mettere il capitale necessario. Per la gestione “normale” avrebbe provveduto l’imprenditore Giuseppe Grigoli, uomo di fiducia di Matteo Messina Denaro, che ieri è stato arrestato su richiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Roberto Piscitello, Costantino De Robbio, Marzia Sabella e Michele Prestipino, coordinati dagli aggiunti Giuseppe Pignatone e Roberto Scarpinato.
La Repubblica, 21 dicembre 2007

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