martedì 15 gennaio 2008

LA RICERCA: Così giovani, così disillusi

Indagine Demopolis sui ragazzi siciliani: non puntano a eccellere negli studi, credono nel web e nelle raccomandazioni. Essere bravi a scuola non è un loro traguardo: quando arriverà il momento di lavorare, contano di cercarsi una buona raccomandazione. Al contrario, vestire bene ed essere apprezzati dai coetanei per l´aspetto fisico sono gli obiettivi più gratificanti. Disillusi, solitari, narcisisti, crescono davanti al computer: sono i ragazzi fra i 13 e i 19 anni analizzati dall´istituto di ricerca Demopolis, che ha condotto l´indagine su un campione di più di mille intervistati in tutta la Sicilia.

di ANTONELLA ROMANO

ESSERE bravi a scuola non gli interessa, perché stanno crescendo nella convinzione che per riuscire nella vita avranno comunque bisogno dell´appoggio della famiglia, della conoscenza, della raccomandazione. Disillusi, solitari a casa, la loro adolescenza amano trascorrerla davanti al pc più che alla tv, non possono ormai fare a meno del cellulare e si sentono soli anche se la famiglia, nel 72 per cento dei casi, continua a essere punto di riferimento. Sono i ragazzi tra i 13 e i 19 anni, una generazione silenziosa e di cui si parla ancora poco. La loro caratteristica è che preferiscono tenere la loro vita avvolta nel mistero. L´87 per cento dei genitori è convinto di conoscere bene la propria prole. Secondo i figli, l´88 per cento dei genitori non sa se hanno avuto rapporti sessuali e il 62 per cento non sa se hanno un ragazzo o una ragazza. Al dialogo con i genitori rinunciano convinti che papà e mamma, con i quali passano solo due ore al giorno, la pensano diversamente (71 per cento) o non li ascoltano (38 per cento), tutti presi dai problemi di lavoro o dai loro litigi. Quando si parla, si discute più di argomenti scolastici (82 per cento) che di problemi personali (12 per cento). A risollevare il morale ai ragazzi tanto c´è il gruppo, con cui passare il tempo. A far cosa? Anche nulla di speciale, come bighellonare per strada, trascorrere il pomeriggio del sabato in piazza. Il male peggiore è sentirsi esclusi dal gruppo (46 per cento) o essere presi in giro (48 per cento). La cosa più gratificante? Sentirsi apprezzati dai coetanei per i vestiti alla moda e per quanto si è belli. Il 23 per cento non sopporta studiare. Si conosceva ancora poco sui gusti, desideri, sogni, problemi dei giovani di fine del secolo, dei nati tra il 1988 e il 1994, negli anni delle stragi di mafia. L´istituto nazionale di ricerche Demopolis ha condotto una ricerca su un campione di 1008 intervistati in tutta la Sicilia. «È un´età in bilico, incerta, vulnerabile. Degli adolescenti siciliani si conosce poco, al di là degli episodi di cronaca. Se ne ignorano le esigenze reali, le dinamiche affettive, i bisogni primari», racconta il responsabile di Demopolis Pietro Vento, che ha condotto la ricerca con Giusy Montalbano e Maria Sabrina Tutone e con la supervisione scientifica di Marco Elio Tabacchi. «Ne viene fuori il ritratto di una generazione poco ascoltata, che parla sempre meno in famiglia e che sta riscrivendo l´alfabeto della comunicazione: il cellulare è l´unico oggetto del quale non farebbe mai meno, Internet è imprescindibile per comunicare in chat ma anche per studiare».Il bullismo. Dall´indagine emerge che uno dei disagi maggiori è vissuto proprio tra le pareti scolastiche. Il 61 per cento dei ragazzi risponde di essere a conoscenza di episodi di bullismo. Alla domanda «Se dovessi subire delle prepotenze da un compagno o da un conoscente, come reagiresti?», il 78 per cento risponde che si difenderebbe da solo. Solo il 7 per cento informerebbe i genitori e solo il 2 per cento un insegnante. All´indagine ha collaborato anche Telefono azzurro. Il presidente Ernesto Caffo dice: «Quotidianamente arrivano telefonate che testimoniano la rilevanza del fenomeno e la sofferenza degli adolescenti». Internet e il cellulare. «Ma cosa cerca mio figlio su Internet», si chiede ogni genitore. Il 74 per cento degli intervistati dichiara di collegarsi a Internet per il download di musica, film, giochi e video. Sul web si cercano anche materiali e informazioni per lo studio (71 per cento). Assidua la frequentazione delle chat (64 per cento) e cresce l´interesse per i blog e i forum online (34 per cento). Resistono i videogame (42 per cento) ma in rete, e non sui giornali, poco letti, si va anche in cerca di notizie d´attualità (32 per cento). Il cellulare naturalmente lo hanno tutti.Le confidenze. Il 68 per cento degli adolescenti se ha un problema si confida con gli amici o con i compagni di scuola. Con la mamma solo il 37 per cento, mentre il mondo adulto sostiene all´85 per cento che le mamme siano le confidenti per eccellenza. Il 24 per cento sceglie il partner e solo il 19 per cento si azzarda a raccontare dei segreti al padre. «Se racconto le mie cose mia madre mi parla addosso e mi fa le paranoie. Pare sia sempre colpa mia E io non le racconto più niente. Campiamo più tranquilli tutti e due», si giustificano. «Rapporti sessuali? Neanche a parlarne», sentenzia l´88 per cento degli intervistati. Il 79 per cento dei genitori non sa dell´eventuale loro uso di droghe. La fiducia. Gli under 20 sono poco interessati alla vita pubblica del Paese e della regione. Il 30 per cento non si fida di nessuna istituzione. Solo il 14 per cento si fida del governo mentre solo il 2 per cento ha fiducia nei partiti politici e il 9 per cento nel sindaco della propria città. Si salvano le forze dell´ordine (41 per cento) e la chiesa (32 per cento) Confrontando le due fasce d´età dei 13-15 e dei 16-19, della scuola si fida il 34 per cento dei più piccoli e solo il 18 per cento di chi ha compiuto 16 anni. Forse anche per questo, il 66 per cento ritiene impossibile affermarsi nella vita senza la "spintarella". I valori e il tempo libero. Le cose più importanti della vita sono la famiglia (72 per cento) seguita dalle amicizie (65 per cento), dall´amore (63 per cento), dal lavoro (40 per cento), dal divertimento (29 per cento). Il successo e i soldi sono all´ultimo posto, col 22 per cento. Tra gli svaghi, piace più stare per strada 866 per cento) che andare al pub o in pizzeria (43 per cento). Ultimo posto: andare in discoteca o praticare un´attività sportiva. Leggono poco: meno del 40 per cento ha letto più di un libro nell´ultimo anno. Uno su tre non ne ha letti nessuno. Per essere apprezzati dal gruppo devono essere vestiti alla moda (43 per cento) ed essere belli (35 per cento), oltre che avere soldi, fare cose spericolate, esseri magri.

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