martedì 8 gennaio 2008

Rifiuti, nessuno può scagliare la prima pietra.

La Campania da 25 anni è diventata la discarica delle grandi aziende di tutta Italia. Per la contentezza della camorra e per l'inadeguatezza delle classi dirigenti. Ora tutti dobbiamo lavorare per trovare soluzioni immediate e a lungo termine
di Fulvia Bandoli*
Tanti giornalisti hanno scritto dell'origine e della causa, Saviano ha scritto un libro, Gomorra, che ha venduto migliaia di copie.Eppure per cercare le soluzioni non si parte mai da quell’ origine e dagli enormi guasti civili, sanitari, ambientali e democratici che ha generato.Da oltre venticinque anni enormi quantità di rifiuti tossici e nocivi vengono "conferite" dalle imprese del nord e del centro Italia direttamente nelle mani della Camorra che li rovescia nei torrenti, li sversa nei fiumi, li seppellisce in centinaia di discariche abusive. Questo avvelenamento ha ucciso il territorio, inquinando falde acquifere e terreni, e ha fatto ammalare e morire tante donne e tante uomini, così tanti che, in alcune zone, non c’è famiglia che non sia stata mutilata nei suoi affetti, una o più di una volta. Per oltre venticinque anni i governi nazionali non hanno voluto vedere, la Confindustria non ha alzato un dito per impedire alle sue imprese di ricorre a questa pratica criminale e omicida , la camorra ha lucrato guadagni miliardari, i governi locali non hanno mai neppure cercato di controllare il loro territorio.Questi sono i fatti e questi sono i responsabili e nessuno, ma proprio nessuno, può scagliare la prima pietra. A questo primo disastro se ne aggiunge, nel corso degli ultimi tredici anni, un altro: l' accumulo di rifiuti solidi urbani prodotti in Campania e a Napoli in particolare, accumulo che è diventato ingestibile perchè nessuna raccolta differenziata è stata attuata, nessun ciclo dei rifiuti è stato attivato, nessun riciclaggio posto in opera. E nessun impianto è stato portato a termine. Proviamo adesso a pensare quale sarebbe la reazione di ciascuno di noi se in mezzo a decine di discariche abusive e avvelenate, situate da venti anni proprio dove viviamo ogni giorno, ci venisse chiesto di farne altre...controllate, legali, e magari anche qualche impianto di termovalorizzazione. Non ci fideremmo, non accetteremmo.. Se vogliamo affrontare l’esasperazione dei cittadini della Campania dobbiamo provare a capire cosa è accaduto lì, se non comprendiamo che è andata in frantumi la fiducia dei cittadini in tutte le istituzoni non saremo mai in grado di ricostruire neppure un barlume di speranza e di soluzione. Ma per costruire una soluzione bisogna partire dalla radice, bisogna "ridare" a quei cittadini invece di chiedere ancora. Ridare territorio, salute, legalità. Dare una prova concreta e tangibile di impegno. La bonifica delle discariche abusive è la priorità,su di essa il Governo nazionale deve stanziare risorse, le imprese devono mettere a disposizione mezzi e tecnologie a costi ridotti, i cittadini e i loro Consigli Comunali devono essere chiamati a controllare i risultati e a vigilare sulle procedure. Nessun commissario straordinario venga più nominato, diriga un Ministro l'intera operazione di bonifica, se ne faccia garante il presidente del Consiglio.Per un anno o due, fino a che i risultati della bonifica non saranno almeno visibili i Rifiuti urbani della Campania ( che dovrebbero però fin da subito essere differenziati e riciclati come la legge comanda) saranno dirottati in altre regioni, con uno sforzo solidale e cooperativo. E' una scelta difficile ma al punto in cui siamo è una scelta obbligata.Uno sforzo a termine, perchè anche la Campania, come tante altre regioni, dovrà entro due o tre anni al massimo diventare autosufficiente e raccogliere, dividere, riciclare e trattare tutti i rifiuti urbani che i suoi cittadini producono.Ai campani bisogna proporre un patto dove siano chiare le cose che si scambiano, il governo garantisce bonifica dei siti inquinati, salute e controllo del terrritorio e in cambio chiede che ogni provincia si prepari (e prepari i suoi cittadini attraverso una discussione democratica) ad attrezzarsi per la propria autosufficienza. Dopo tredici anni di commissariamenti straordinari siamo al punto di partenza, anzi in questi tredici anni le cose sono peggiorate (è noto che una ferita si incancrenisce se non viene mai rimarginata) e dunque bisogna chiudere con i commissari straordinari e prendere un altra strada.Quanto alle responsabilità eviterei facili demagogie.Purtroppo la Campania è una regione nella quale è evidentissimo il fallimento di classi dirigenti di ogni orientamento politico, di imprese come la Fiat e L'Impregilo, di consorzi come la Fibe, di tanti commmissari straordinari. La riforma elettorale è urgente ma oggi il consiglio dei ministri deve decidere di avviare una piccola grande riforma che interessa milioni di cittadini-elettori campani: bonificare, differenziare e riciclare legalmente i rifiuti prodotti in Campania.
7 gennaio 2008

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