sabato 26 gennaio 2008

Sicilia. Si è dimesso il presidente della Regione Totò Cuffaro

Il Governatore ha annunciato la sua scelta "irrevocabile" in aula all'Ars: "Alle poltrone preferisco la via dell'umiltà". Il Presidente della Regione siciliana è stato condannato a 5 anni di reclusione per favoreggiamento semplice nel processo sulle talpe della Dda di Palermo.

PALERMO - Il Governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro, ha annunciato in aula le sue dimissioni "irrevocabili", dopo le polemiche legate alla condanna a cinque anni di reclusione per favoreggiamento semplice che gli è stata inflitta venerdì scorso dal tribunale di Palermo.

"Non potevo lasciare che ogni mia decisione fosse assunta senza conoscere la volontà dell'Assemblea Regionale. Le odierne dimissioni non sono, dunque, frutto di alcun automatismo. Esse costituiscono, invece, una scelta personale, assunta per ragioni umane e politiche". Ha detto nel suo discorso all'Ars, il presidente della Regione Salvatore Cuffaro, spiegando così i motivi che lo hanno indotto a dimettersi dalla carica.

"Insieme a tantissime manifestazioni di affetto e sostegno politico ho visto diffondersi, in questi giorni, una crescente ostilità verso la mia persona. Un sentimento che non mi appartiene nè culturalmente nè politicamente ed al quale in questi anni non ho saputo nè voluto dare spazio".

"E siccome, il popolo, più che i salotti o le manovre di palazzo, è sempre stato l'elemento centrale della mia esperienza politica - ha aggiunto - anche in questa circostanza così delicata non voglio sottrarmi a un confronto leale con esso".

"In questi anni alla guida del governo regionale - ha proseguito Cuffaro - ho sempre cercato di tessere le ragioni dell'unità e del bene comune, in una terra straordinaria e difficile come la nostra. Sarebbe, perciò, risultato insopportabile alla mia coscienza l'idea di potere costituire, con la scelta di rimanere in carica, un fattore di divisione e contrapposizione sociale. Tutto ciò avrebbe alimentato ulteriori polemiche, poco utili, peraltro, a riaffermare il vero significato di atti e di eventi che, dal giorno della sentenza, ho visto quotidianamente distorti".

"Francamente preferisco la via dell'umiltà. Lo faccio per non tradire quegli ideali ai quali sono stato educato, lo faccio per la mia famiglia e lo faccio come ultimo atto di rispetto verso i siciliani, che in questi anni ho servito con dedizione, semplicità e con quella onestà che sono certo mi verrà completamente riconosciuta".

"Fino a quando non ci sarà una sentenza definitiva - ha spiegato - ci sarà una verità processuale e una verità sostanziale. Con la mia decisione rispetterò la prima, in coerenza con il comportamento che ho tenuto in questi anni nei confronti della magistratura e delle istituzioni, ma con determinazione - ha concluso il Governatore - mi batterò, in tutte le sedi, per l'affermazione della verità sostanziale, a difesa della mia vita pubblica e privata".

"Ho vissuto anni di intensa sofferenza confortato, oltre che dall'affetto di tanti siciliani, dalla cristiana consapevolezza che nella vita di un uomo essa non è mai vana".

"Mi ha confortato - ha aggiunto - il riconoscimento, anche da parte del giudice, di quanto nel mio cuore era stato sempre certo: ossia l'assoluta estraneità del mio agire e del mio sentire, pubblico e privato, alle finalità di un'organizzazione come la mafia".

"Ma tale sollievo - osserva il Governatore - non mi ha mai sottratto a quell'intensa riflessione che oggi mi vede nuovamente di fronte a voi per comunicarvi le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di Presidente della Regione".

Cuffaro spiega infine: "già al momento della sentenza sentivo dentro di me il dovere di compiere questo passo, ma ho deciso di attendere sino all'approvazione del Bilancio e della Legge Finanziaria, per senso di responsabilità verso una terra che continuerò ad amare e che in questi anni ho servito fedelmente, consegnando ad essa tutto il mio tempo e le mie energie".

Il presidente della Regione Salvatore Cuffaro ha aggiunto che comunicherà le proprie dimissioni al presidente della Repubblica. Cuffaro ha concluso il suo discorso tra gli applausi di numerosi parlamentari e di tutti i presenti sul banco del governo.


26/01/2008

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