venerdì 13 giugno 2008

Le mani dei boss sui Despar

Secondo il pentito Franzese, i grandi centri commerciali erano gestiti direttamente da Provenzano e poi dai Lo Piccolo: "I supermercati non pagavano il pizzo, ma davano lavoro agli affiliati di Cosa nostra" PALERMO - Gli interessi dei boss mafiosi Matteo Messina Denaro e Bernardo Provenzano per i grandi centri commerciali Despar in Sicilia, emergono dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Franzese. Le dichiarazioni del pentito sono state depositate nel processo all'imprenditore Sebastiano Scuto, indicato come il re dei supermercati, che si svolge davanti ai giudici della Corte d'appello di Catania.
Franzese, che era uomo di fiducia dei boss Sandro e Salvatore Lo Piccolo, racconta i contatti fra i mafiosi palermitani e quelli catanesi. "Il Centro Olimpo (a Palermo ndr) è un grande centro commerciale che io conosco bene perchè sorge nella mia zona, e cioè a Partanna. Al riguardo devo dire che detto centro non figurava 'nelle entrate della zona' in mio possesso, l'altra copia era in possesso dei Lo Piccolo, i quali avevano la carta delle entrate che arrivavano a loro direttamente".
Il pentito spiega il motivo per il quale il centro commerciale non pagava il pizzo. "Decisi di far fare la telefonata per fare 'mettere a posto' l'impresa - racconta Franzese - ma l'interlocutore che noi avevamo individuato in Vincenzo Milazzo e Alfonso Milazzo, padre e figlio, come i veri responsabili del Centro commerciale, si mostrarono molto sicuri, ma niente affatto disposti a pagare". "Pochi giorni dopo venni chiamato da Sandro Lo Piccolo, il quale mi disse che per il Centro Olimpo non dovevo fare nulla in quanto la cosa la gestiva lui con i catanesi e questi ultimi si erano lamentati per il fatto che era stata fatta la telefonata ed i Milazzo temevano di essere stati intercettati".
Franzese racconta poi nei dettagli quelli che erano gli interessi dei boss Lo Piccolo e Provenzano nei confronti della catena di supermercati: "I Lo Piccolo mi dissero che i centri Despar non dovevano essere toccati in quanto interessavano alla famiglia, mentre cosa diversa era per i singoli negozi affiliati che molte volte erano solo piccole attività con insegne Despar". "I Despar - aggiunge - interessavano direttamente anche a Matteo Messina Denaro". Quest'ultimo particolare emerge anche dall'inchiesta che nei mesi scorsi ha portato all'arresto dell'imprenditore Salvatore Grigoli che gestisce gran parte dei Centri Despar in Sicilia ed è accusato di essere un prestanome di Messina Denaro. "I Lo Piccolo - spiega il pentito - si rivolgevano ai catanesi perchè facessero avere lavoro a nostri affiliati tramite i Milazzo nei centri commerciali Despar di Palermo. Mi risulta che anche Provenzano aveva interessi diretti nella gestione dei grandi supermercati Despar, e cioè che i centri commerciali a insegna Despar non si dovevano toccare, mentre gli affiliati, in genere piccoli negozi, potevano essere oggetto di estorsioni".
12/06/2008

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