lunedì 28 luglio 2008

Gela, relitto greco alla luce dopo 25 secoli

Si tratta di una imbarcazione in legno, della lunghezza di 21 metri, affondata a 800 metri dalla costa di Gela, durante una tempesta, mentre era carica di mercanzie prelevate nell'antica colonia
GELA (CALTANISSETTA) - Si sono concluse positivamente, nel mare di contrada "Bulala", a 2 km a est di Gela, le operazioni di recupero del relitto della nave greco-arcaica risalente al 500 avanti Cristo, che il fondale argilloso, a cinque metri di profondità, ha conservato e protetto fino ai nostri giorni.Un lungo applauso (tra cui quello dell' assessore regionale ai beni culturali, Antonello Antinoro) coperto dalle sirene di una ventina di imbarcazioni a supporto dei mezzi operativi, hanno salutato il ritorno in superficie degli antichi resti.Si tratta di una imbarcazione in legno, della lunghezza di 21 metri, che si ritiene affondata 25 secoli addietro, a 800 metri dalla costa, durante una tempesta, mentre, carica di mercanzie prelevate nell'antica colonia greca di Gela, stava facendo ritorno alla madrepatria. È una delle poche testimonianze di nave greco-arcaica realizzata con fasciame "cucito", cioè legato da corde di fibre vegetali.Furono due sub dilettanti locali, Gino Morteo e Gianni Occhipinti, nel 1988, a scoprire il relitto, durante una delle loro immersioni, a recuperare alcuni reperti e a consegnarli alla soprintendenza alle antichità di Caltanissetta.Un sopralluogo degli archeologi permise di accertare la rilevante importanza storico-culturale della scoperta. Fu riportata alla luce una notevole quantità di reperti, tra cui vasellame attico a vernice nera e due rarissimi "Askoi" a figure rosse.L'operazione di recupero della nave arcaica di Gela è frutto della collaborazione pubblico-privato che vede impegnati con la soprintendenza alle antichità e ai beni culturali di Caltanissetta, la Guardia Costiera, l'Eni con le sue aziende "Raffineria di Gela" e "Saipem", nonchè l'impresa "Eureco" dell'indotto del petrolchimico.Un pontone polivalente, il "Vincenzo Cosentino" dotato di una gru da 200 tonnellate e camera iperbarica, ha portato in superficie la chiglia della lunghezza di 11 metri e la cosiddetta "ruota di poppa" della nave.Le parti del natante resteranno immerse per alcuni giorni in vasche piene di PEG (glicole polietilenico), un protettivo chimico, e poi trasportate in Inghilterra, nel laboratorio Mary Rose Archeological Services, di Portsmouth (Ampshire) dove già si trovano da tempo i primi pezzi lignei facenti parte della prua, recuperati nel 2004.La Soprintendenza di Caltanissetta ha progettato la realizzazione di un "museo del mare" da costruire nel "bosco littorio" di Gela, dove esisteva l'emporio dell'antica colonia greca, da cui si ritiene sia partita la nave, affondata dalla tempesta 2.500 anni fa, e riportata oggi alla luce.
28/07/2008

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