domenica 5 aprile 2009

Il popolo della Cgil ha invaso Roma

di ROSARIA AMATO

La questura dà numeri diversi: 200.000 persone tra cortei e piazza
Per il segretario della Cgil ineludibile il dialogo sui problemi del lavoro e dello sviluppo. In corteo anche Franceschini: "Il segretario di un partito progressista sta con i lavoratori"
La replica del Cavaliere: "Faremo il tavolo, ma con i sordi non si può parlare"



ROMA - Il Circo Massimo gremito. Oltre due milioni e mezzo di persone, in corteo e poi in piazza. E' il giorno della grande manifestazione contro la crisi. Il giorno della Cgil, "del quale ci si ricorderà a lungo". Epifani, davanti alla marea umana, chiede al governo "un tavolo per un confronto vero", che affronti "in modo democratico i nodi delle politiche industriali", del sistema degli ammortizzatori sociali, delle disuguaglianze di reddito e della lotta all'evasione fiscale.

 

Centinaia di migliaia di persone, oltre due milioni e mezzo secondo gli organizzatori, solo 200mila secondo la questura, sono arrivate al Circo Massimo in cinque cortei lunghissimi, che hanno impiegato ore per giungere a destinazione. Decine di treni, due navi, 7000 pulmann per portare a Roma i manifestanti da tutta Italia.

 

A sindacalisti, lavoratori e pensionati si sono affiancati molti esponenti politici, a cominciare da segretario del Pd Dario Franceschini, che ha scelto di partecipare al corteo, rispondendo a un appello della Cgil, e in contrasto con la decisione di non aderire presa in occasione della precedente manifestazione dello stesso sindacato dall'allora segretario Walter Veltroni. I manifestanti hanno mostrato di apprezzare molto la partecipazione di Franceschini, che è stato accolto da applausi calorosi; altrettanto calorosa la stretta di mano con Epifani e con Fausto Bertinotti, in corteo insieme alla moglie Lella.

 

"Nel momento in cui nel mondo intero milioni di persone stanno perdendo il posto di lavoro e in Italia ci sono centinaia di migliaia di disoccupati - ha detto Franceschini - credo che il dovere del segretario di un grande partito progressista sia di stare accanto a loro, e anche il governo, di qualunque colore politico dovrebbe partire da lì". Ma il leader Pd ha colto anche l'occasione per invitare i sindacati a superare le divisioni: "La Cgil ha fatto bene a scendere in piazza, ma sarebbe un errore farlo contro gli altri sindacati. Ora bisogna aprire una stagione di unità, superando le divisioni, mettersi tutti insieme per difendere i diritti delle persone". Molti gli esponenti del Pd presenti: Cesare Damiano, Pierluigi Bersani, Piero Fassino, Massimo D'Alema, e anche Walter Veltroni, che però ha scelto un corteo diverso da quello dei suoi compagni di partito, che sono partiti da piazzale dei Partigiani, e cioè quello di piazza della Repubblica.

 

 

Molti anche gli esponenti di altri partiti di sinistra: Paolo Ferrero, Nichi Vendola, Oliviero Diliberto, Paolo Cento, Grazia Francescato. E ancora il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, il candidato sindaco di Firenze Valdo Spini, il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino.

 

Una manifestazione imponente, ma l'inequivocabile colpo d'occhio non ha evitato il consueto stridente contrasto tra le stime delle presenze elaborate dalla Cgil e quelle elaborate dalla questura: 2.700.000 contro 200.000. Una divergenza che si ripropone puntuale a ogni manifestazione e che l'attore Massimo Wertmuller, che ha introdotto gli interventi e gli artisti che si sono avvicendati sul palco, ha cercato di aggirare con molta ironia per tutta la mattinata: "Siamo in 56, forse 57 - ha esordito intorno alle 10.30, quando al Circo Massimo c'erano già, a occhio, sicuramente oltre 500.000 persone - ah, lì c'è Epifani, quindi siamo 58". Alle 12 una seconda stima dello stesso tipo: "Credo che adesso siamo diventati 70...". Anche se poi puntualmente salivano sul palco vari rappresentanti della Cgil a ricordare che ancora le 'code' dei cortei erano ferme a metà strada.

 

Numeri a parte, dal palco si vedeva un fiume di persone con i cappellini e le bandiere rosse della Cgil; molte dello Spi (il sindacato pensionati della Cgil) e qualcuna anche dell'Auser (l'associazione di volontariato che fa capo al sindacato, e che impiega prevalentemente anziani). Molte famiglie, con i bambini, tant'è che erano frequenti gli annunci sul palco perché qualcuno veniva smarrito dai genitori. Qualcuno addirittura lattante, nel marsupio. Moltissimi gli immigrati, molti di più rispetto alle presenze abituali alle manifestazioni di questo tipo: c'erano intere delegazioni da diverse città italiane; in molti casi si trattava di clandestini.

 

Un immigrato del Ghana, Joseph Walker, è anche intervenuto sul palco: "Siamo i primi a perdere il posto di lavoro, perché siamo i più precari", ha denunciato. Lanciando un accorato allarme: "E' grave e pericoloso l'odio razziale che si sta diffondendo in Italia". Toccante la testimonianza di un'insegnante precaria ventottenne di Cremona, Rossella Zelioli: "Dall'1 settembre il mondo della paura si spalancherà per tutti quelli che come me hanno fatto della scuola la propria ragione di vita e di lavoro: 42mila persone che da settembre non lavoreranno più, schiacciate dalla logica brutale e stracciona di chi svende il futuro del Paese, che è la scuola nel suo essere pubblica e di qualità". Prima e dopo di loro si sono avvicendati al microfono un operaio di Pomigliano d'Arco, una pensionata, una studentessa e un medico siciliano.

 

Ma nel corso della mattinata c'è stato spazio anche per l'intrattenimento: due i gruppi musicali, La Casa del Vento e i Modena City Ramblers. E poi il bellissimo pianoforte del compositore argentino Luis Bacalov: "E' una cosa che trascende dalla Cgil e dai sindacati: per me questo è un momento di solidarietà con i lavoratori". Ma anche l'occasione per ricordare che la congiuntura è molto difficile anche per i lavoratori dello spettacolo: "L'Italia rischia di diventare un Paese anche culturalmente in declino".

 

L'intervento di Carcarlo Pravettoni ha strappato moltissime risate a un pubblico che ormai era stanco e accaldato, anche se sempre entusiasta: "E' necessario che ognuno faccia la sua parte - ha esordito l'imprenditore interpretato da Paolo Hendel - noi imprenditori prendiamo atto della crisi, e voi lavoratori la pagate sulla vostra pelle, tié...". E ancora: "La prossima iniziativa del governo sarà la costituzione di un ministero dell'ottimismo...in galera i pessimisti e gli sfigati cronici". E, in chiusura, l'annuncio di un grande intervento di ristrutturazione con un cospicuo aumento di cubatura per i 'ruderi' del Palatino, che dominano il Circo Massimo.

 

Momenti di commozione per la toccante lettura da parte di Pierfrancesco Favino della lettera del figlio di un ex operaio Ilva, morto sul lavoro: "Mio padre è morto assassinato dalla sua odiata fabbrica. Per loro era solo un ingranaggio della catena, che poteva essere sostituito. Ma io quel giorno ho perso mio padre".

 

E infine l'intervento di Epifani, la proposta di un tavolo di concertazione, ma anche un appello accorato agli altri due sindacati confederali, al governo e a Confindustria: "Il governo pensa che basti aspettare che passi la nottata...Ma è da questa nottata, da come trascorre che dipende come sarà il giorno. Se si alimenta l'odio razziale si avrà un'Italia più xenofoba. Se non si provvede a una giustizia fiscale, e si favoriscono solo il capitale e le rendite, il Paese sarà sempre più immobile nelle gerarchie sociali. Se continuano a ridursi gli spazi di contrattazione il mondo del lavoro sarà sempre più debole, sempre più il Paese dei furbi e dei furbetti".

 

Quando Epifani nomina il presidente del Consiglio, le urla e i fischi sono talmente alti che deve interrompersi per diversi secondi. Trattamento analogo è riservato al ministro Brunetta. "Chiediamo al presidente del Consiglio di aprire un tavolo di confronto sulla crisi. La nostra richiesta non vuole essere una sfida: aprire un tavolo di confronto non è una questione di metodo, ma di sostanza, vuol dire anche riconoscere il proprio limite". Accanto ai temi più scottanti della crisi, e cioè il precariato, la disoccupazione, gli ammortizzatori sociali, gli stipendi e le pensioni troppo bassi, la Cgil propone un altro tema importante come oggetto di discussione, per non fermarsi al momento contingente, e per guardare invece avanti: "Conviene anche al nostro Paese farsi già adesso un'idea di come mettere a punto un modello di sviluppo sostenibile. Spero che su questo tema anche Cisl e Uil possano essere disponibili: abbiamo bisogno della forza di tutto il sindacato. E anche di Confindustria". Ma la mano tesa a Cisl e Uil non è certo un passo indietro da parte di Epifani, tantomeno sull'importante vicenda della riforma del modello contrattuale: "L'ha detto anche il segretario del Lavoro Usa del governo Obama, la scorsa settimana a Roma: non si può approfittare della crisi per ridurre gli spazi di contrattazione a scapito dei lavoratori".

 

In serata da Praga arriva la replica del premier Berlusconi. "Chi va in piazza e dice esattamente il contrario delle cose che ho annunciato mi fa venire da dire che con i sordi non si può parlare". "Il tavolo ci sarà, ma loro non sono cambiati per niente. Con questa gente è difficile ragionare e trovare un accordo".

(La Repubblica, 4 aprile 2009)

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