venerdì 3 aprile 2009

La cultura della legalità arriva al Vinitaly. L'azienda "Centopassi" presenta i suoi prodotti

di Paola Pottino
Cultura verso la legalità e cultura del vino, presente al Vinitaly. Il gusto di bere con una soddisfazione in più: sapere che quei territori nei quali prima si coltivava morte, oggi sono rinati a nuova vita, producendo non solo pregiati vini biologici, ma vini che volutamente vogliono ricordare persone speciali come Peppino Impastato, Nicolò Azoti e Pio La Torre.
Questa, la filosofia di Centopassi , attività vinicola di due cooperative siciliane (la Cooperativa Sociale Placido Rizzotto – Libera Terra e la Cooperativa Sociale Pio La Torre –Libera Terra) che sorge a San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo. 4 00 ettari di terreno dei quali 42 coltivati a vigneto, offrono vini e coltivazioni biologiche. Al Vinitaly – dice Francesco Galante, socio della cooperativa- presentiamo oltre alle storiche produzioni, i monovateriali Centopassi, tre vini biologici, Nero d’Avola, Grillo e Catarratto, tutti provenienti da singole vigne. Anche se adesso il nostro è un mercato nazionale, certamente –continua Galante- desideriamo espanderci sempre di più, magari conquistando una fetta di mercato internazionale come gli Stati Uniti o i mercati biologici dell’Europa del Nord.” La vera soddisfazione per tutti coloro che lavorano nelle cooperative, rimane comunque quella di essere riusciti, in così breve tempo, a risollevare le sorti di terreni che al momento della confisca si trovavano in uno stato di assoluto abbandono e adesso, tornati a nuova vita, sono stati recuperati, diventando preziosi gioielli. “Lavoriamo con grande impegno- prosegue Galante- anche nel totale rispetto verso i lavoratori, come quelle imprese che vogliano essere da modello in tutto il territorio.” Si può quindi parlare di contagio, in termini di legalità. Aziende inizialmente diffidenti verso questo tipo di iniziative, oggi non ritengono più “compromettente” lavorare per le cooperative, il modello quindi portato nella zona tristemente nota perché terra di mafia, è stato un modello vincente non soltanto da un punto di vista produttivo, ma anche culturale.
SiciliaInformazioni, 03 aprile 2009

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