giovedì 30 aprile 2009

Palermo ha ricordato Pio La Torre. Una cerimonia per l'anniversario anche a Corleone

Cerimonia in ricordo di Pio La Torre a Palermo. Ninni Terminelli, segretario cittadino del Pd, ha ricordato il segretario del Pci siciliano ucciso da Cosa nostra 27 anni fa, davanti alla lapide sul luogo del delitto. Breve e semplice la commemorazione davanti a decine di amici e compagni di partito di La Torre. C'erano, tra gli altri, Rita Borsellino, il presidente della commissione antimafia dell' Assemblea regionale Lillo Speziale, il capogruppo del Pd all' Ars, Antonello Cracolici, l'assessore regionale Francesco Scoma in rappresenta del governo regionale. Il ricordo di Terminelli è cominciato dalla figura di Rosario Di Salvo, il collaboratore di La Torre ucciso insieme con l'esponente comunista. Il suo spirito di "militanza" esprimeva quello che Terminelli ha definito un impegno civile portato fino alle rinunce e al sacrificio personale. Per rimarcare il rigore etico di La Torre, Terminelli ha ricordato un episodio riferito da varie testimonianze. Il figlio del deputato del Pci doveva partecipare ad una partita di calcio tra ragazzi. Ma quando La Torre ha saputo che uno dei proprietari del campetto aveva collegamenti con ambienti mafiosi chiese al figlio di rinunciare alla partita perché, gli spiegò, "con la mafia non bisogna avere alcun tipo di contatti". La Torre, a cui si deve il ddl con cui è stato introdotto il reato di associazione mafiosa e la confisca dei patrimoni dei boss, sarà ricordato anche a Roma con una targa nell'atrio di Montecitorio. Anche a Corleone è stato ricordato Pio La Torre, nel corso di un incontro svoltosi alle 18 nella sede della coop “Lavoro e non Solo”, che gestisce terreni confiscati alla mafia. Alla presenza di un gruppo di toscani, organizzati dall’Arci, venuti in Sicilia per visitare i luoghi di resistenza alla mafia, dei soci della cooperativa e di alcuni giovani corleonesi, sono intervenuti Maurizio Poggi, presidente di Arci Firenze, Calogero Parisi, presidente della Coop “Lavoro e non Solo”, e Dino Paternostro, segretario della Camera del lavoro di Corleone. Gli intervenuti hanno sottolineato che l’impegno di La Torre ha prodotto la legge che punisce il reato di associazione mafiosa e che consente di espropriare e confiscare i beni illecitamente accumulati. “Oggi le cooperative che gestiscono i beni confiscati rappresentato un po’ gli eredi del movimento contadino degli anni ‘40”, ha sottolineato Dino Paternostro. Nel pomeriggio, accompagnati dai ragazzi del circolo Dialogos-Arci, la delegazione toscana aveva percorso l’itinerario di mafia e antimafia, visitando i “luoghi” più significativi del paese. Appuntamento per tutti a Portella delle Ginestre…

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