lunedì 13 aprile 2009

A proposito di "Annozero", diciamo no alla via disciplinare al giornalismo

di Giuseppe Giulietti
Quando fu eletto il nuovo gruppo dirigente della Rai non abbiamo esitato a esprimere i nostri auguri e a rendere pubblici i rapporti di conoscenza e di stima professionale che avevamo e abbiamo nei confronti del presidente e del direttore generale.
In quella stessa occasione, tuttavia, ci riservammo di esprimere un giudizio sui singoli atti e sulle singole delibere, dal momento che viviamo in una Italia fortemente segnata dal conflitto di interesse e dalla pretesa del presidente del consiglio di espellere dal video gli autori e i temi a lui sgraditi, "quelli che gli fanno venire l'ansia", come ha avuto modo di affermare, senza neppure sentire il bisogno di ricorrere alla consueta finta rettifica. Per questa ragione, in modo assolutamente sereno, dobbiamo esprimere il nostro radicale dissenso dal comunicato con il quale, ieri sera, il presidente e il direttore generale della Rai, con un comunicato congiunto, e dunque volutamente solenne e impegnativo, hanno sentito il bisogno di annunciare che l' azienda aprirà una istruttoria a carico di Michele Santoro e della trasmissione "Annozero", dedicata al terremoto. Tale scelta non ci ha convinto nel merito e nel metodo,come abbiamo immediatamente scritto in un comunicato congiunto con Vincenzo Vita, senatore del PD e coordinatore dei parlamentari iscritti alla associazione Articolo21. La trasmissione,infatti, è andata in onda giovedì scorso, come mai l'annuncio è arrivato la domenica? Per quale ragione il comunicato è stato battuto dalle agenzie dopo che Berlusconi, già autore dl primo editto bulgaro, aveva scagliato l'ennesimo anatema contro Santoro? Perché si è voluto dare la impressione che i due comunicati fossero già stati concordati? Ed ancora per quale ragione la Rai continua ad esprimere il suo apprezzamento per la protezione civile?Chi scrive ha una grande ammirazione per i volontari e per il ruolo della protezione civile, ma cosa c'entrano i vertici della Rai con questa discussione? Qualsiasi trasmissione deve essere sottoposta a pubblica critica, non possono esserci autori e luoghi protetti da una sorta di immunità, ma per quale motivo il dito viene puntato sempre contro chi tenta di dare voce e spazio alle voci critiche, alle preoccupazioni, alle ansie di tanti cittadini e mai contro chi, anche in questi giorni, ha spesso superato i confini della piaggeria e del ridicolo, consentendo che il teatro delle operazioni di pronto intervento diventassero, in modo plateale, teatro della propaganda. In Abruzzo abbiamo visto all'opera straordinari tecnici, volontari, corpi dello stato, giornalisti generosi e corretti, ma non sono mancate le cadute di stile, ed è sempre più plateale il tentativo di usare il terremoto ad altri fini, anche elettorali, essendo ormai prossima la scadenza elettorale per le elezioni europee. Se una istruttoria doveva essere aperta (già il termine ci sembra sgradevole applicato alla informazione) avrebbe dovuto forse essere aperta sulle modalità più opportune per continuare a seguire il terribile evento, per non spegnere i riflettori, per dare voce a chi davvero sta operando per la ricostruzione a partire proprio dagli amministratori locali, e dai tecnici della protezione civile. Magari sarebbe stato opportuno promuovere qualche approfondimento che ci facesse capire le ragioni profonde di un simile disastro, le eventuali inadempienze, l'assenza di una cultura della prevenzione, che è stato il vero motivo conduttore dell'ultima trasmissione di Michele Santoro. Ci saremmo aspettati, infine, una nota che ricordasse a tutte le strutture aziendali che è già scattata la par condicio e che bisognerebbe interrompere i continui comizi da quella terra.Al limite ci saremmo aspettati un invito a Santoro a tornare sull'argomento e a dare voce a chi si è sentito offeso, invito tuttavia che andrebbe rivolto anche a tutte quelle trasmissioni che non hanno voluto ospitare le voci critiche, che pure non sono mancate e non mancano, come è giusto che sia in un paese che non ha ancora definitivamente abrogato l'Art. 21 della Costituzione. No, questa iniziativa non ci è piaciuta, così come non condivideremo mai qualsiasi iniziativa che dovesse avere lo sgradevole sapore della "via disciplinare al giornalismo", fosse pure rivolta contro il nostro più acerrimo avversario. Naturalmente speriamo di esserci sbagliati e di non aver ben interpretato la nota o di averne letto solo la prima parte, può darsi che la versione corretta sarà resa nota solo nelle prossime ore,saremmo davvero lieti di poter essere smentiti. Nel frattempo teniamoci ben stretta questa nostra associazione che può ancora permettersi, di volta in volta,di esprimere liberamente le proprie opinioni senza dover rispettare convenienze di parte o di partito.
Da: Articolo21

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