martedì 11 agosto 2009

Corleone. Il campo di lavoro antimafia. Dall'incontro con Pino Maniaci al brindisi degli sposi corleonesi a "casa Caponnetto"

Oltre al lavoro nei terreni confiscati effettuato nella mattinata, ieri vi sono stati due momenti molto importanti. L'incontro con Pino Maniaci di Telejato. In questi anni spesso è venuto a trovarci, a fare riprese e interviste sul nostro impegno. Ogni volta che andavo a visionare i suoi servizi televisivi notavo una forte condivisione: insomma era evidente che era uno di noi. Così, in occasione della presenza del Giudice Pristipino, io e Salvatore gli abbiamo chiesto una sua disponibilità a far parte del nostro programma in ogni campo di lavoro, venendo a raccontare la sua storia e il suo impegno. Ho notato disponibilità ma anche compiacimento; nel nostro piccolo vogliamo contribuire alla promozione di Telejato e alla difesa sociale di un’informazione libera e di antimafia sociale. Pino ha da un po’ di tempo una scorta dei carabinieri che lo seguono nella sua attività di giornalista. A me ha fatto impressione vedere un giornalista, un cameramen con due carabinieri in divisa a fianco!
Nel frattempo è arrivata in Via Crispi Giusy con Alessandro; hanno deciso di venire a brindare per il loro matrimonio lì, in quel luogo insieme ai soci della cooperativa e ai volontari. Giusy è una ragazza del servizio civile, ha collaborato con l'architetto Donella Garfagnini di Piombino per i primi interventi di ristrutturazione e di cura estetica della Casa Caponnetto. Ha fatto molto piacere la sua visita! Ma io mi permetto di dire che questo è un importante segno di cambiamento! Lì nel passato si veniva ad incontrare la mafia, a chiederle favori, raccomandazioni, si perdeva la propria dignità e si ricevevano indicazioni di un voto elettorale non libero! Una ragazza corleonese, non dell'Arci e nemmeno della Camera del Lavoro, che effettua per dodici mesi il servizio civile in un bene confiscato e che decide di venire a brindare per il suo matrimonio vestita da sposa in Casa Caponnetto è un fatto significativo e di grande valore! E' il segno che il Progetto Liberarci dalle Spine sta contribuendo ad un cambiamento in corso nella comunità corleonese frutto di impegno, passione e tanti sacrifici!! Da ieri pomeriggio quel bene confiscato ad una famiglia mafiosa intitolato al giudice Antonino Caponnetto, sede della Cooperativa Lavoro e Non Solo, base logistica del Progetto Liberarci dalle Spine, nuovo Circolo Arci , ha una legittimazione anche da parte di due giovani corleonesi che sono venuti a brindare per il loro matrimonio!! Tanti auguri a Giusy e Alessandro!
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordinatore Progetto Liberarci dalle Spine

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