lunedì 7 dicembre 2009

In un pub l'ultima sera "libera" di Nicchi

di Salvo Palazzolo
Nuova perquisizione nel covo del boss. Dopo la cattura del boss mafioso Giovanni Nicchi, 28 anni, oggi la polizia ha fatto un nuovo sopralluogo nella palazzina di via Juvara 25, vicino al Tribunale, dov' è stato arrestato il latitante che era ricercato dal giugno 2006. Nel covo non sono state trovate armi, ma alcuni telefoni cellulari e altro materiale definito dal questore Alessandro Marangoni "di notevole interesse". La sera prima dell'arresto, Nicchi era in un pub
PALERMO - I ragazzi e le ragazze della squadra Catturandi erano arrivati da quattro giorni in via Juvara, dove ieri pomeriggio è stato arrestato il boss Gianni Nicchi. L´uomo che i poliziotti seguivano da tempo, ritenuto un favoreggiatore del latitante, entrava spesso in quella palazzina a due passi dal palazzo di giustizia. E portava con sé dei sacchetti della spesa, che lasciava sempre dentro. Anche se ufficialmente non abitava nessuno nell´appartamento al primo piano di via Filippo Juvara 25. Venerdì sera, gli agenti della squadra mobile hanno visto uscire un giovane col casco dal portone. Non era nessuno di quelli che abitano nella palazzina. Il giovane è balzato velocemente su una enduro guidata da un´altra persona, che stava aspettando col motore acceso. Così è iniziato un pedinamento mozzafiato. Via Gothe, via Turrisi, piazza Amendola, via Ruggero Settimo, piazza Sturzo. La pattuglia della Catturandi che aveva agganciato quei misteriosi giovani col casco ha chiesto rinforzi alla centrale. Nel giro di pochi minuti, il centro città si è trasformato nel teatro di una grande caccia all´uomo. Poi, la moto si è fermata. In piazza Nascè, il cuore dell´ultima movida palermitana. Il giovane che stava dietro il guidatore - oggi possiamo dire Gianni Nicchi - è entro al wine bar Felix. E lì ha trascorso la sua serata. I poliziotti non avevano ancora la certezza che fosse Nicchi. Il boss latitante si sentiva tranquillo. Dopo aver bevuto la sua birra è tornato da dove era venuto, nella palazzina di via Juvara 25. Con la stessa velocità. Con la stessa prudenza.Sabato notte, i vertici della squadra mobile e i pubblici ministeri Roberta Buzzolani e Gino Cartosio hanno deciso che era venuto il momento del blitz. Ieri mattina, nella palazzina è tornato lo «spesino», così gli agenti della Catturandi chiamano l´uomo che porta i rifornimenti al latitante. Ha fatto in fretta, come sempre. Poi, si è allontanato.


L´irruzione della polizia è scattata alle 14.50, quando la zona era stata circondata da un centinaio di poliziotti. Gli agenti hanno sfondato la porta dell´appartamento di Nicchi con due pesanti asce. «Ho visto subito il suo sguardo il latitante - racconta Mario Bignone, il dirigente della Catturandi - non si aspettava affatto di essere arrestato. È corso verso una finestra che dà su un lucernario. Ma l´abbiamo subito bloccato». In manette sono finite anche le due persone che stavano in quel momento con Nicchi: Alessandro Prestia, di 19 anni; e Giuseppina Amato, di 27, che è risultata la nipote dell´anziana donna a cui è intestata l´abitazione. Gianni Nicchi non aveva armi, solo due cellulari e un computer portatile, che adesso sono all´esame della polizia scientifica. Poi, in tasca, una patente e una carta d´identità. «Abbiamo motivo di ritenere che in quel covo di via Juvara Nicchi non fosse arrivato da molto tempo e che si sarebbe dovuto trasferire presto». Sei mesi fa, la polizia aveva ricevuto un´indicazione da parte del servizio segreto civile. Gli 007 segnalavano Nicchi e alcuni suoi favoreggiatori nel parcheggio di via Eugenio L´Emiro, alla Zisa. Ma lì il boss non fu mai trovato. Le indagini sono proseguite seguendo alcuni favoreggiatori su cui magistrati e poliziotti mantengono il più stretto riserbo.In serata, il capomafia e i due favoreggiatori sono stati trasferiti al carcere di Pagliarelli. All´uscita dalla squadra mobile, c´erano alcuni parenti, che hanno inveito contro i poliziotti. Sono stati momenti di tensione, come era accaduto anni fa dopo la cattura di un altro superlatitante, Vito Vitale. Adesso gli investigatori stanno esaminando il computer di Nicchi. Lì potrebbero esserci i segreti della nuova Cosa nostra.
(La Repubblica, 06 dicembre 2009)

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