lunedì 11 gennaio 2010

LA SCHEDA. Con i Romeo, "l'impero" Alizoo.

Un macello moderno con un allevamento di galline ovaiole ed una produzione di uova e carne distribuita in tutta la provincia. È questa la società Alizoo di contrada Torre dei Fiori, che sorge al centro del triangolo Corleone-San Giuseppe Jato-Monreale. Un’area considerata “sensibile” dagli investigatori. In piena attività la struttura è capace di lavorare 500 bovini, 800 suini e 2.500 ovini al mese. All’interno dell’azienda Alizoo vi sono diversi capannoni con 7.500 galline ovaiole, ai quali sono collegati un impianto di selezione e confezionamento delle uova ed un allevamento per l’ingrasso di bovini, suini ed ovini, dato in gestione ad un allevatore di San Giuseppe Iato e ad un commerciate di Palermo Complessivamente sono trenta gli addetti ai lavori dell’azienda, tra operai, tecnici ed impiegati. Collegata all’Alizoo è la società BioRoMan (Biologica Romeo Mangimi), che ha sede a Termini Imerese. Dai “pizzini” trovati nel covo di Montagna dei Cavalli, dove l’11 aprile 2006 venne arrestato dalla Polizia il superboss Bernardo Provenzano, è emerso che la società pagava il pizzo a Cosa Nostra. Pare che i Romeo si fossero rivolti ad uno dei nipoti dell’altro superboss corleonese Salvatore Riina, per chiedere uno “sconto”, negato con decisione da Provenzano. Fino al mese di dicembre del 2007 il comune di Corleone era convenzionato con Alizoo per agevolare gli allevatori ed i macellai del paese. Costo dell’operazione per le casse comunali circa 70 mila euro l’anno. La convenzione saltò dopo l’opposizione in consiglio comunale dei consiglieri del PD, che chiesero l’applicazione del protocollo di legalità “Carlo Alberto Dalla Chiesa”, che vieta di “intrattenere” rapporti contrattuali con imprese che pagano il pizzo. Dopo la denuncia, il sindaco Nino Iannazzo, che già aveva rinnovato per due volte la convenzione, decise di procedere alla revoca.
FOTO. I carabinieri hanno lavorato fino a notte per i rilievi sul luogo dell'omicidio Romeo.

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