mercoledì 10 marzo 2010

Corleone democratica ha ricordato Rizzotto partigiano e dirigente del movimento contadino

Cosmo Di Carlo
Corleone - La CGIL con Maurizio Calà e Dino Paternostro ed i familiari, tornano a chiedere con forza che si faccia ogni sforzo per ritrovare i resti del sindacalista partigiano Placido Rizzotto, nel 62° anniversario della sua morte. Ad organizzare le celebrazioni la CGIL, l’ANPI, il comune di Corleone, Libera ed i circoli di giovani corleonesi aderenti all’Arci. Dell’omicidio di Placido Rizzotto furono accusati Luciano Leggio detto Liggio, Pasquale Criscione e Vincenzo Collura, tutti assolti con la formula dell’insufficienza di prove nei tre gradi di giudizio. Le indagini furono svolte dall’allora capitano dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. A sostituire Placido Rizzotto fu mandato nel maggio del 1948 alla Camera del lavoro di Corleone un giovanissimo dirigente sindacale: Pio La Torre, anch’egli assassinato dalla mafia il 30 aprile 1982. Il 3 settembre dello stesso anno identico destino sarebbe toccato al prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa. Un omicidio politico–reazionario e mafioso quello di Placido Rizzotto, che avvenne alla vigilia delle elezioni che avrebbero avuto luogo il 18 aprile 1948, e con il quale i proprietari terrieri, spalleggiati dai gabelloti mafiosi, tentarono di ricacciare indietro il movimento dei contadini che reclamava l’assegnazione delle terre incolte. Dalla profonda fenditura della “Scala dei Cardi”, sul versante sud di Monte Busambra, il 13 dicembre del 1949 furono recuperati i resti di tre cadaveri. Tra i reperti furono riconosciuti dai familiari: un paio di scarponi di tipo americano con suole e tacchi di gomma, alcuni lembi di stoffa, ed una cordicella elastica usata da Placido per sostenere le calze, qualche lembo di stoffa. Tutto è stato “smarrito” però nell’archivio del palazzo di giustizia di Roma e, ad oggi, i familiari non hanno una tomba su cui piangere. Ieri nel 62° anniversario della scomparsa Rizzotto è stato ricordato anche come partigiano delle “Brigate Garibaldi”, che operarono in Carnia contro i nazi-fascisti. Nel dibattito, tenutosi presso l’aula consiliare, sono intervenuti il segretario della Camera del Lavoro, Dino Paternostro, Ivano Artioli, dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Andrea Gianfagna, coordinatore della Fondazione Di Vittorio, Ottavio Terranova, segretario provinciale ANPI, il sindaco di Corleone, Nino Iannazzo, Ennio Li Greci e Rosario Faraone, della Cgil di Palermo, Giuseppe Crapisi di “Corleone Dialogos”. Prima degli interventi, gli alunni della Scuola elementare hanno letto delle commoventi poesie dedicate a Rizzotto. Erano presenti delegazioni di studenti di tutte le scuole cittadine ed i soci lavoratori delle cooperative che operano sui terreni confiscati alla mafia. Due corone d’alloro, una dell’amministrazione comunale ed una della CGIL, sono state deposte davanti al busto di Placido Rizzotto, in Piazza Garibaldi. (*co.di*)
NELLA FOTO: Ottavio Terranova (Anpi Palermo), Nino Iannazzo (sindaco di Corleone), Ivano Artioli (Anpi nazionale), Andrea Gianfagna (coordinatore Fondazione Di Vittorio), Dino Paternostro (segretario della CdL Corleone), davanti al busto di Rizzotto in piazza Garibaldi.

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