lunedì 13 dicembre 2010

Mafia: duro colpo al racket del pizzo a Palermo, 62 arresti. Smantellata la cosca dei Lo Piccolo

PALERMO (ANSA) - Una maxi-operazione antimafia ha smantellato a Palermo il mandamento guidato dai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, rispettivamente padre e figlio. Gli agenti della Mobile hanno eseguito 62 dei 63 ordini di custodia cautelare in carcere emessi nei confronti di esponenti delle famiglie di San Lorenzo, Tommaso Natale, Partanna Mondello, Terrasini, Carini e Cinisi, che ricadono nel mandamento mafioso controllato dai Lo Piccolo fino al momento del loro arresto, avvenuto il 5 novembre 2007. Per tutti le accuse vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso all'estorsione, dal traffico di stupefacenti al porto ed alla detenzione di armi da fuoco, all'intestazione fittizia di beni, reati aggravati dalla modalita' mafiosa.

UN SUCCESSO CONQUISTATO GRAZIE ANCHE AD ADDIOPIZZO

L'operazione s'inquadra nell'ambito delle indagini condotte dalla sezione criminalita' organizzata sul mandamento mafioso di Tommaso Natale e rappresenta l'ultima tranche delle inchieste denominate 'Addiopizzo'. La complessa attivita' di intelligence della polizia si e' avvalsa, infatti, anche dell'attivita' di supporto e sensibilizzazione svolta dall'Associazione Addiopizzo, che ha convinto numerosi commercianti ed imprenditori nel mirino del racket delle estorsioni a collaborare con gli investigatori. Le indagini hanno consentito di accertare una sistematica aggressione nei confronti delle piu' svariate attivita' economiche (hotel, imprese edili, attivita' commerciali, lavori di urbanizzazione, cantieri nautici, gestione di discoteche) da parte degli uomini di Cosa nostra su un territorio che spaziava dal capoluogo siciliano fino ai paesi della costa occidentale della provincia di Palermo.

DECODIFICATO L'ARCHIVIO SEGRETO DEI BOSS LO PICCOLO

L'operazione condotta dalla Mobile di Palermo, denominata Addiopizzo 5 e sfociata nell'esecuzione di 62 ordini di custodia cautelare, costituisce l'epilogo delle indagini connesse alla decodificazione dell' archivio scoperto nel covo dei boss latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo in occasione del loro arresto, avvenuto il 5 novembre 2007. Una certosina attivita' di riscontro dei nomi in codice indicati nei 'pizzini', e custoditi gelosamente dai Lo Piccolo, ha consentito di decifrare nomi e cognomi degli affiliati alla cosca. Sono stati cosi' identificati i soggetti indicati, ad esempio come 'Y' o 'Camion', ritenuti responsabili di estorsioni, traffico di stupefacenti ed altre ipotesi di reato. In alcuni casi il personale specializzato della polizia scientifica e' riuscito a ricostruire alcune trame mafiose della famiglia, estrapolando i dati contenuti nel nastro di una macchina da scrivere utilizzata dai Lo Piccolo, reso apparentemente inservibile e gettato poi tra i rifiuti. Gli investigatori hanno cosi' accertato una serie di estorsioni messe a segno nel mandamento mafioso controllato dai boss. In alcuni casi e' stato pagato il pizzo da imprenditori impegnati in lavori di ristrutturazione dell'aeroporto di Palermo Punta Raisi, nella realizzazione di una caserma militare ed anche di un asilo. Gli investigatori hanno trovato ulteriori riscontri anche in relazione al quadro probatorio connesso all'uccisione del boss di Resuttana, Giovanni Bonanno, ed al successivo occultamento del cadavere, sotterrato in un terreno destinato a lottizzazione nel territorio di Carini, ad una ventina di km da Palermo. E' stata fatta luce anche sul disegno dei Lo Piccolo di monopolizzare il mercato palermitano del traffico di droga, invadendolo con la cocaina proveniente dal Sudamerica tramite le navi che giungevano nei porti olandesi, come hanno confermato recenti indagini della polizia a Milano.

UN DURO COLPO AI VERTICI DI COSA NOSTRA

Con il blitz odierno, la Mobile hanno inflitto un duro colpo all'establishment di Cosa nostra che, grazie alle precedenti operazioni condotte nel corso delle prime fasi dell'inchiesta Addiopizzo, ha complessivamente portato all'arresto di 184 persone, all'individuazione dei responsabili di ben 87 estorsioni, all'escussione testimoniale di 232 persone sentite come parti offese o informate sui fatti, alla collaborazione di 61 operatori economici alle indagini di polizia, al sequestro di 15 societa' con fatturati di svariati milioni di euro.

LA SODDISFAZIONE DI LIBERO FUTURO E ADDIOPIZZO

''Diverse vittime hanno maturato la forza e il coraggio di denunciare, avvalendosi del supporto e dell'assistenza dell'Associazione antiracket Libero futuro e dell'Associazione Addiopizzo''. Lo ha sottolineato una nota delle due associazioni, che salutano con soddisfazione l'operazione portata a termine dalla Mobile di Palermo, che e' sfociata nell'arresto di 62 presunti mafiosi. ''L'operazione - prosegue la nota - denota l'efficacia di un modello di prevenzione e contrasto al fenomeno del racket, sperimentato e consolidato in questi anni tra autorita' giudiziaria, forze dell'ordine e associazioni antiracket''. ''Da tempo - osservano le due associazioni - registriamo segnali d'insofferenza profonda tra gli imprenditori che, per anni, hanno subito l'imposizione del pizzo ed e' proprio su questa nuova consapevolezza che abbiamo fatto leva per infondere piu' fiducia nelle istituzioni e nella possibilita' di liberarsi dal giogo del racket''. Nella nota si ricorda l'azione delle forze dell'ordine, ma anche il lavoro nel territorio svolto da Addiopizzo e Libero Futuro, con il sostegno della Fai. (ANSA).

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