lunedì 4 aprile 2011

Sull'abbigliamento "consono"...

Recentemente mio marito si è recato a Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento regionale siciliano, per un incontro fra varie organizzazioni non governative e il presidente ed altri funzionari della Regione. In portineria gli sbarrano il passo perché è vestito con una (per altro decentissima) tuta da ginnastica blu, ritenendo il suo abbigliamento poco consono al luogo (?!?). E’ il suo abbigliamento abituale, vestito così è entrato pure nella basilica di S. Pietro (il che è quanto dire!) dove fu invece sbarrato il passo a nostro figlio di allora 10 anni perché indossava una canottiera!. Mio marito ha insistito garbatamente, chiedendo se ci fosse un regolamento della Regione e cosa dicesse. Chi lo ostacolava ha risposto “il regolamento sono io!”. Non volendo perdere la conferenza e, abitando per fortuna a Palermo, è tornato a casa a cambiarsi. Non posso non pensare che l’accesso alla Regione non è stato e non è sbarrato ai molteplici politici (in giacca e cravatta!) inquisiti per mafia & amenità similari.


Mi sovviene quando Lorenzo Barbera, nel suo libro “I ministri dal cielo” narra di quando una delegazione di terremotati del Belice si recò in Parlamento, a Roma, dove non le fu consentito l’accesso in quanto tutti erano sprovvisti di cravatta. Allora tutti se ne procurarono, non annodandosele però al collo, ma al braccio, attorno alla testa… senza che nessuno potesse loro vietarlo, in quanto il regolamento prescriveva che si portasse una cravatta, ma non dove e come.

Tornando ancora al viaggio a Roma compiuto qualche anno fa con la mia famiglia, volendo educare nostro figlio al rispetto per le diversità e quindi anche per le varie religioni, ci recammo in visita alla Sinagoga, per assistere alla funzione del sabato. Allora ci fu sbarrato il passo (a tutti e tre!) perché portavamo dei sandali! Io (che già provenivo dalla foga anti-canottiera precedente, alla basilica di S. Pietro) mi arrabbiai moltissimo, dicendo loro che avrebbero quindi vietato l’ingresso pure a Gesù, che non mi pare portasse mocassini. Sempre in quel viaggio andammo pure in visita alla grande Moschea progettata da Portoghesi, dove fu vietato l’ingresso a me (a dire il vero più gentilmente che nei due casi precedenti) perché portavo una gonna (non mini!) che lasciava però scoperte le gambe. Allora mio figlio fece un commento che non ritenemmo in quel frangente di correggere: “Sentite, a me questi qua di san Pietro, della Sinagoga e della Moschea mi sembrano solo dei cretini”. A me oggi anche quelli della Regione.
Maria Di Carlo

Un’ultima nota: il Ciss (Cooperazione Internazionale Sud-Sud), al termine di questo incontro fra le varie ong e il presidente della Regione, avrebbe voluto offrire un buffet e, dato il tema dell’incontro, (cooperazione, solidarietà internazionale: strumenti, pratiche ecc.) aveva incaricato dell’allestimento la cooperativa Macondo, che si occupa di commercio equo-solidale. Ma non è stato concesso il permesso per poter organizzare quel tipo di buffet in quanto la coop. Macondo avrebbe utilizzato posateria usa e getta, poco consona anche questa alla “sacralità” del luogo.

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