lunedì 9 maggio 2011

Sulla divisione tra Casa Memoria e Associazione Impastato: storia di una diatriba che non serve a niente e a nessuno...

Salvo Vitale
Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sul contrasto tra Casa Memoria di Giovanni Impastato e il Centro Siciliano di Documentazione di Umberto Santino con l’Associazione Culturale Peppino Impastato. Ci provo, anche se , essendo parte in causa, qualcuno potrebbe pensare che la mia ricostruzione è di “parte”.
L’Associazione Culturale onlus Peppino Impastato è nata nel 2002, per iniziativa di un gruppo di compagni di Peppino che, 25 anni dopo la sua morte, ancora si ritrovavano ad agire e a riconoscersi nel suo ricordo e nelle sue idee. Erano una ventina, tra cui anche Giovanni Impastato, il quale cominciava, sin dal primo momento a rilevare alcune intolleranze tra il modo di intendere la lotta alla mafia non tanto come presenza mediatica, cosa cui era molto legato, ma come attività all’interno delle fasce sociali più deboli e vittime di un certo modo di gestire il potere “criminale e truffaldino” (avrebbe detto Peppino). Nel 2002 nasceva anche il Forum Sociale Antimafia, ovvero un ambizioso progetto mirante a riunire tutte le sigle, e non solo quelle, dei movimenti antimafia che si ispiravano alla figura di Peppino Impastato. Quell’anno a Cinisi diecimila persone presenziarono al corteo del 9 maggio. Nel 2007 nacque, senza che nessuno dell’Associazione ne sapesse niente, “Casa Memoria”, ovvero una struttura dotata di codice fiscale e statuto, che avrebbe dovuto occuparsi soprattutto di attività commerciali legate alla possibilità di promuovere forme di turismo responsabile, che comprendessero anche una visita alla casa di Peppino. Grandi discussioni tra coloro che non accettavano che la figura di Peppino fosse commercializzata. Non saprei se dire “per fortuna”, la cosa non ebbe molto riscontro e, a poco a poco si insterilì sino ad arrivare alla proposta, avanzata dall’Associazione di cui sono Presidente, di unificare le due sigle. Nacque così”l’Associazione Culturale onlus Peppino Impastato-Casa Memoria Cinisi,” che voleva essere uno stimolo e una proposta per riallacciare un percorso comune. Allora alcuni compagni si dichiararono contrari all’unione, ben conoscendo le tendenze scissionistiche, le intolleranze e le esuberanze di Giovanni, pari, per alcuni aspetti, alla sua generosità e al suo impegno indiscusso. La nuova realtà è durata circa tre anni, cioè sino al giugno 2010, allorchè Giovanni Impastato comunicava con una sua lettera le dimissioni dall’Associazione e ripristinava “Casa Memoria”, di cui sua moglie Felicetta era nominata Presidente, lui vicepresidente e Marina Montuori segretaria. Il nostro cassiere Guido Orlando diventava anche cassiere di Casa Memoria, mentre Felicetta rimaneva socia della nostra Associazione. Un casino!!! Tra le motivazioni della scissione veniva addotto il comportamento di alcuni giovani “irresponsabili” che, nel corso del corteo del 9-5 avrebbero gridato slogan anti istituzionali, mentre nei confronti del sottoscritto veniva inoltrata una scarica di ingiurie indicibili, perché non avrebbe saputo adempiere al suo ruolo di Presidente. Va detto che, in quella occasione, dal balcone della Casa del boss Badalamenti, il sindaco di Cinisi annunziava che, con decreto dell’Agenzia dei Beni Confiscati alla mafia, la casa era stata assegnata all’Associazione, su sua proposta.
L’Associazione respingeva le dimissioni di Giovanni e le critiche ingenerose al Forum avanzate in una lettera di Umberto Santino. Le dimissioni venivano reiterate e si dava il via a una scissione cui seguivano una serie di comunicazioni e mistificazioni che sarebbe troppo lungo narrare, ma di cui esiste un documentato dossier. Sin da allora Giovanni aveva espresso la sua intenzione di non ripetere più per l’anno prossimo l’esperienza del Forum e di voler pensare lui ad organizzare le iniziative dell’anniversario. E tuttavia, nel suo decennale, il Forum non poteva buttare a mare una quantità di esperienze e di attività che lo hanno reso l’unica realtà italiana antimafia ancora in piedi dopo la fine del movimento no-global. Nel frattempo Giovanni avanzava richiesta al sindaco di Cinisi di avere la gestione o la cogestione di Casa Badalamenti, quasi a rivendicare la sua parte d’eredità, togliendola ai compagni di suo fratello. Abbiamo resistito, dal passato mese di luglio, a tutte le intemperanze, con la parola d’ordine di non rispondere a nessuna provocazione per non alimentare il diffuso concetto che l’antimafia vive di scissioni ed è incapace di mandare avanti un serio progetto politico, ma soprattutto nella convinzione che le liti e le separazioni sono un grosso favore fatto ai mafiosi. Ahimè, non è servito a niente: con due comunicazioni, una dell’aprile passato e una dei primi di maggio, i due apostoli dell’antimafia hanno ribadito la scissione e la volontà testarda di ritenersi gli unici eredi di Peppino e gli unici legittimati a testimoniarne la memoria. E’ per questo che quest’anno si è dato luogo ad iniziative diverse: quelle dell’associazione, in gran parte culturali, si svolgeranno nella casa di Gaetano Badalamenti, che è stata ribattezzata “Casa Nostra” e la cui chiave è stata data, sempre “provvisoriamente” dal Sindaco al Forum, che l’Associazione ha voluto ostinatamente tenere in piedi. Le altre iniziative si svolgeranno nel salone municipale. Sarà invece unitario il corteo, e, in tal senso respingeremo qualsiasi tentativo di distacchi o di prese di distanza da parte di chiunque, anche perché sarebbe da stupidi dividersi ulteriormente nel nome di Peppino.
Salvo Vitale
Presidente Associazione Culturale Onlus
Peppino Impastato Cinisi

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